Quella volta che incontrai uno straniero alto e bruno! – IX Puntata – “La verità viene a galla”

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“Come va la testa?”. Riconobbi il tono dolce e caldo di quella voce. Aprii gli occhi e lo vidi. Bello come il sole. In quel momento ancora di più ai miei occhi.
Francesco mi guardava e mi mise la mano sulla fronte, proprio dove mi ero fatta male. Notai che aveva la mano fasciata.
“Ehi”, dissi, prendendo la sua mano tra le mie per guardare meglio cosa si fosse fatto. Notai che le bende erano un po’ sporche di sangue.
“Che ti sei fatto? E’ uscito del sangue? Mi dispiace tantissimo…io…”. Non parlava ma mi guardava. “Oddio scusa! Grazie, grazie, grazie! Non ho abbastanza parole per ringraziarti…tu mi hai salvato la vita…”.
Rise. “Non esageriamo! Al limite ti ho evitato un po’ di punti e forse una cicatrice!”.
“Beh…comunque grazie mille. Ti sono debitrice!”
Francesco mi guardava. Poi ad un tratto abbassò lo sguardo e disse “Il tuo fidanzato mi ha fatto una fasciatura semi professionale…è bravo.”.
Rimasi senza parole, probabilmente sbiancai in viso e rimasi a fissarlo, credo con gli occhi sbarrati. L’aveva saputo! Lo sapeva! Ora tutto cambiava.
“E’ anche molto fortunato”, aggiunse piano. Si stava toccando la mano fasciata e non mi guardava. “Ti fa male?”, gli chiesi tanto per rompere quell’atmosfera di imbarazzo che si era creata non appena aveva pronunciato la parola “fidanzato”. Sollevò per un istante lo sguardo. Vi vidi un lampo che sembrava quasi divertito mentre lo sentivo dire “Cosa? La mano o…”.
“O…?”, gli feci eco. Aprì lentamente la mano e se la posò sul cuore. Poi mi guardò in un modo che non dimenticherò mai. Era uno sguardo dolce, profondo e struggente. Ma la cosa che mi fece sussultare fu leggere una certa non-rassegnazione nei suoi occhi. Avvampai in viso e sperai che il rossore si confondesse con l’abbronzatura. Mi resi conto che in pozzetto non c’era nessuno. Dov’erano finiti tutti? E Giacomo? Come mai non veniva da me?
“Dove sono tutti?”, gli chiesi.
“A prua, c’erano dei delfini..”
“Bello!”. Cercai di sollevarmi ma un tremendo capogiro mi fece rimettere immediatamente giù. Francesco non si muoveva. Il fatto che lui fosse li con me era così rassicurante. Però che spavalderia! Non si faceva intimorire dalle circostanze. Sapeva cosa voleva. Me. O almeno così mi sembrava. Il destino è veramente sorprendente. Un giorno, quando meno te lo aspetti, la tua vita viene messa in discussione. Ed è così difficile resistere ma anche capire cosa sia giusto o no. L’unica cosa da fare è seguire il proprio cuore. Farsi trascinare dai sentimenti. “Farsi trascinare un corno!”. Oddio! La vocina buona voleva rovinare tutto. “Non puoi ignorare e non rispettare una persona che ti ama, così, da un momento all’altro”. Continuava, era veramente insistente.
“Basta! Di vita ce n’è una sola!”. La vocina perfida tirava su la testa. “Stai con qualcuno perché lo ami e ti fa felice, non per compiacerlo a tuo discapito”.
“Insomma tu ami Giacomo o no?!”. Le due vocine avevano parlato insieme. Era grave.
In quel momento, sarà stato per il colpo in testa, per il fatto che Francesco fosse li con me così protettivo – egiacomochissàdovediavoloerafinito – beh…per la prima volta da tre anni, per un istante pensai di no. E la cosa mi spaventò. Mi sembrava veramente tutto irreale. O meglio…io sentivo d’amarlo ma l’attrazione per Francesco era veramente devastante. Quindi cosa voleva dire tutto ciò? Se provavo tutto quello che stavo provando per Francesco allora…La testa mi stava esplodendo. A quel punto lo vidi. Giacomo stava in piedi vicino all’albero e mi guardava. Ebbi come l’impressione che avesse letto nei miei pensieri e abbassai colpevolmente lo sguardo. Intanto avanzava. Francesco non se ne era accorto e io non riuscivo a emettere un solo fiato. Non sorrideva per niente.

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