Quella volta che incontrai uno straniero alto e bruno – VIII puntata – “Una piccola crepa”

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Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi fu il viso di Giacomo. La rughetta tra le sopracciglia era più evidente che mai, segno che si era veramente preoccupato moltissimo.
“Che è successo?”, dissi, o meglio, bisbigliai.
“Devi ringraziare Francesco se hai ancora la testa integra”, rispose mio fratello. Il suo tono era scherzosamente sarcastico come al solito ma mi accorsi che la voce tradiva una certa preoccupazione.
“Ma cosa è successo? Francesco..?”, chiesi di nuovo cercando di muovere la testa per vedere dove fosse il mio salvatore.
“Ehi, ferma, ferma, sono qui”. La sua voce era vicinissima ma non riuscivo assolutamente a vederlo. “Dietro di te”, concluse e si fece avanti. Lo vidi. Mi sorrideva.
“Mi hai fatto preoccupare da morire! Possibile che ancora non hai imparato che in mare non si scherza? Potevi fare due viaggi e tenerti, piuttosto che portare tutto insieme e rischiare l’osso del collo!”. Giacomo era veramente duro. Ma insomma! Invece di essere dolce e carino, visto che avevo rischiato di morire, era acido e mi sgridava neanche fosse mio padre.
“Dai Giacomo..lascia perdere, non ora. Non vedi che è ancora sotto shock?”. Marta per fortuna interveniva sempre quando capiva che la situazione stava per diventare spiacevole. Mi sorridevano tutti tranne Giacomo. La sua aggressività mi stupiva parecchio.
“No, non lascio perdere. Per salvarti Francesco si è distrutto la mano! Sei un’irresponsabile. Se stessi più attenta invece di stare sempre con la testa tra le nuvole, non ci sarebbe bisogno di atti di eroismo da parte di nessuno!!”.
A quel punto, anche se ancora con la mente offuscata e un mal di testa che cresceva ogni secondo di più, capii. Giacomo era geloso! Era irritato perché Francesco mi aveva salvato e lui no. Mi scappò un sorrisetto involontario.
“Cos’hai da ridere, si può sapere?”. Il tono tagliente di Giacomo strideva tremendamente. Si rendeva conto che la sua scenata era completamente fuori luogo?
“Io ho fatto solo quello che chiunque avrebbe fatto al mio posto. Ero il più vicino..”. Francesco si stava giustificando e non ce n’era proprio bisogno. Giacomo era odioso.
“Basta..”, dissi, sempre con un filo di voce, “Basta…dai…per piacere”.
“Jamme jà, non esageriamo su! Tutto è bene quel che finisce bene! Linda non si è fatta niente di grave ed è sceso anche il vento. Io…toglierei le vele”. Renzo era tremendo. Si preoccupava più che per la mia salute, per la sua incolumità fisica, felice che adesso avremmo messo motore e saremmo arrivati alla spiaggia della Pelosa in poco tempo.
“Ammainare!”. Giovanni aveva ripreso in mano la situazione.
Mi resi conto che ero sdraiata su uno dei sedili ed ero avvolta in un asciugamano. Non riuscivo a muovermi benissimo. I ragazzi erano impegnati a sistemare la barca. Marta e Bibi erano vicine a me.
“Vuoi qualcosa tesoro? Acqua?”. Bibi era proprio carina. Dalle loro facce capii che avevano passato un brutto quarto d’ora.
“Mi dite cos’è successo esattamente? Non ricordo nulla.”.
“Ci credo, hai sbattuto la testa. Se Francesco non fosse intervenuto te la saresti proprio rotta, sai?”. Bibi non usava tanti giri di parole.
Rabbrivvidii. Improvvisamente iniziavo a rendermi conto di cosa avessi rischiato.
“Cioè?”
“Cioè hai perso l’equilibrio. Stavi per sbattere la fronte contro lo spigolo del tavolino e Francesco, non so come abbia fatto, si è letteralmente fiondato verso di te, ha messo la mano tra lo spigolo e la tua testa e poi ti ha preso al volo. Ma hai dato un colpo così forte che sei svenuta lo stesso.” Bibi esitò un attimo poi aggiunse “comunque non è vero che fosse lui quello più vicino a te”.
“No?”, feci io.
“No, tesoro”, intervenne Marta, “Il più vicino a te era Giacomo. Intendiamoci, anche lui si è mosso, ma Francesco è stato più veloce. Non so neanche come abbia fatto!”.
Rimasi veramente colpita.
“Secondo me Giacomo è geloso, che dite?”. Bibi e Marta si lanciarono un’occhiata significativa. “Altrimenti non si spiega tutta quella rabbia”.
“Ce l’ha con se stesso perché non è stato altrettanto veloce”, disse Bibi pensierosa.
“Si, però stranamente attacca me, come al solito”
“Ti ama moltissimo, non dimenticarlo”. Marta sembrava leggermi nei pensieri e cercava di difendere il mio fidanzato.
“Mi ama, sì, però a volte sembra che lo irriti oltremisura”.
“Adesso basta dai. Riposati un po’ e non ci pensare più, ok?”
“Ok”
Sorrisi a Marta, chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi. Ma i pensieri non mi lasciavano in pace. Ero irritata con Giacomo. Non era la prima volta che per sfogarsi aveva dei modi freddi e aggressivi. La cosa mi aveva sempre dato fastidio ma capitava così di rado che era sopportabile. Però oggi forse avevo rischiato di morire e lui invece di rassicurarmi mi aveva attaccata. Per sfogarsi. Era un egoista. Era vero. Metteva sempre se stesso e i suoi fastidi davanti a me. Non me ne ero mai resa conto prima, ma oggi era diverso. La delusione si faceva strada dentro di me. E riemerse anche l’annosa questione del fatto che non voleva trasferirsi a Roma costringendomi a viaggiare in continuazione. Tutti i motivi di nervosismo nei suoi confronti stavano riemergendo. Non era giusto!

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