RECENSIONE LENA E LA TEMPESTA

AUTORE: ALESSIA GAZZOLA

EDITORE: GARZANTI


SPOILER ALERT!

Sulla scia dell’entusiamo suscitato in me dall’Allieva, ho comprato subito il libro ma stranamente ho rimandato la lettura per un po’ di tempo. C’era sempre qualcosa che me lo impediva. Comunque, un bel giorno l’ho preso in mano e l’ho finito in un giorno.

Lo stile è accattivante, ci sono tutti gli ingredienti perché Lena si riveli un personaggio intrigrante come Alice Allevi. Ok, che non fosse come Alice si capisce piuttosto in fretta. Il tono è più serioso ma la presentazione dell’ambientazione e dei personaggi promette veramente bene. Però qualcosa non mi convinceva fino in fondo.

Il libro scorre bene ma benché si faccia leggere fino alla fine, non mi ha soddisfatto, specialmente nel finale.

Perché? Mi sono chiesta. Ripercorriamo la trama ormai arci nota. Lena, senza soldi, con il suo talento di illustratrice imprigionato in un vicolo cieco, lascia Milano e va nell’unica casa di sua proprietà, la villa di Levura, isoletta siciliana dove ha passato tutte le sue estati fino ai quindi anni.

Piccola regressione: Ora che ci penso, in effetti, la storia di Lena ha tanti aspetti simili a quelli di Saverio Lamanna, protagonista dei romanzi e racconti di Gaetano Savatteri, un brillante giornalista giunto all’apice della carriera che di colpo perde tutto. Scappa da Roma e si rifugia in Sicilia, nella piccola località di Màkari, dove si trova la casa al mare della sua famiglia, ormai disabitata da anni. L’anno scorso ne hanno fatto una serie molto carina con Claudio Gioè.


Comunque, tornando a Lena e a Levura, vediamo che la protagonista deve fare i conti con un oscuro segreto del suo passato che alla fine si scopre essere stato uno stupro. Il colpevole, nei ricordi vaghi e confusi della protagonista sarebbe un amico di famiglia, Enrico. Resto di stucco.

Ma come? Hai subito uno stupro e, a parte il trauma, eri in pieno possesso delle tue facoltà e per ANNI non ti ricordi minimamente chi fosse lo stupratore? Anche nel buio più pesto non può sfuggirti qualche altro indizio rivelatore come la voce, l’odore, la conformazione fisica. Dovrebbe essere un ricordo indelebile. Invece niente. Lena ha solo qualche idea, niente di concreto.

L’uomo del destino entra nel libro in modo abbastanza telefonato ma questo ci può anche stare. Tuttavia sembra che sia lì perché CI DOVEVA STARE! Purtroppo il personaggio non ha tratti particolarmente definiti. Sappiamo che fa il medico, non è chiaro perché sia finito in quell’soletta dimenticata da Dio e dagli uomini. Cioè, poi si capisce ma la spiegazione è un po’ tirata per i capelli. Lo salva solo il fatto che sia decisamente un figo!

Come se non bastasse, quando Lena scopre che il ragazzo è il nipote del supposto stupratore Enrico, e questo getta una secchiata d’ombra sulla relazione dei due ragazzi. Non si può innamorare del figlio di chi l’ha stuprata! Troppi turn and twist per una vera storia d’amore che non va mai nel profondo ma si limita a galleggiare.

Alla fine si scopre in modo assurdo che lo stupratore era lo zio acquisito. Eheeee? Non avevo capito bene e ho riletto di nuovo: Succede che lo zio si suicida e confessa in un biglietto di essere lui l’autore dello stupro avvenuto più di 15 anni prima. Senza spiegazioni plausibili di sorta. Così, alla cavolo, perché non aveva niente altro da fare! Non lascia neanche spiegazioni.

Qui l’assurdo emerge in tutto il tuo splendore: ok, non hai riconosciuto Enrico anche se era sempre lì in giro ma COME HAI FATTO A NON RICONOSCERE TUO ZIO?

Questo imprevedibile e ridicolo finale è inoltre relegato nelle due pagine finali del libro, senza spiegazioni, subito messo da parte e subito archiviato nella mente della protagonista, della zia, moglie dello stupratore, e della madre di Lena che, come si dice, non fanno neanche un plissè davanti a quella terribile notizia.


Insomma, una trama che avrebbe bisogno di qualche ritocco strutturale, di un grande approfondimento della psicologia e dell’animo dei personaggi che risultano un po’ piatti e di una risoluzione e catarsi meno frettolosa!


Comunque, assurdità a parte, alla fine sono tutti contenti e il lieto fine mette a posto tutto. Lena trova l’amore, il lavoro dei suoi sogni, vince se stessa ed è anche libera dai fantasmi del passato!


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