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«Suvvia Pietro, è inutile che ti scaldi tanto.»
«Sempre dietro alle donne tu.»
«Esatto. Sai, ho tanto tempo a disposizione. Dov’è la signora, piuttosto?»
La signora in questione si materializzò al fianco di Bartolo.
«Chi mi cerca? È forse il mio amato marito?» chiese una fanciulla vestita di velluto color crema. Indossava un abito dalle ampie e lunghe maniche che arrivavano quasi fino a terra sul quale spiccava una vistosa macchia di sangue che rivelava la sua fine violenta.
«Mi scusi, ma come sa tutte queste cose?» chiese Leni alla signora Corsetti, aggiungendo con una punta d’ironia, «li ha forse visti?»
La donna la fissò per un istante, poi chiuse gli occhi e fece un profondo respiro.
«‘Lei’ è qui, la sento» disse, abbassando la voce.
«‘Lei’ chi?»
«Io non li vedo ma avverto la loro presenza e riesco in qualche modo a comunicare con loro. Sono una medium. Purtroppo non li ho mai visti. Questo è un dono che solo pochissimi al mondo possiedono e io non sono tra quelli, anche se mi piacerebbe moltissimo.»
«Chi sarebbe questa ‘Lei’?» chiese di nuovo Leni.
«È una storia molto triste. Rievocarla non porta bene» la avvertì la signora Corsetti.
«Rischierò» rispose pronta Leni.
«Come vuole Eleanor.»
La fanciulla in bianco aleggiò verso Leni mentre la signora Corsetti cominciava a raccontare.
«Questo palazzo, nel corso dei secoli, ha subìto molte trasformazioni ma la sua costruzione risale alla metà del Quattrocento, quando, Messer Antonio Altovini, un ricco commerciante originario di Arezzo, decise di trasferirsi a Venezia, città più consona, come posizione, ai suoi affari. Messer Antonio aveva un’unica figlia, una bambina di nove anni all’epoca del trasferimento, che amava più della sua stessa vita.
Bianca, così si chiamava la figlia di Messer Antonio, era una bambina bellissima e, col passare degli anni, divenne una giovinetta altrettanto bella. Bionda, con una carnagione di porcellana e gli occhi di un azzurro intenso, dai bagliori violacei, era anche dotata di uno spirito e di un’intelligenza fuori dal comune sui quali però aveva la meglio un animo esageratamente romantico e fantasioso. Fu viziata a tal punto che era diventato quasi impossibile per il padre e la madre intervenire in qualsiasi modo. I suoi desideri erano legge.
Arrivata ai quattordici anni i genitori iniziarono a pensare alle sue nozze e i pretendenti erano veramente numerosissimi. Benché non fosse nobile di nascita, le immense ricchezze del padre e la sua straordinaria bellezza, sopperivano abbondantemente a questa lacuna e fecero sì che i migliori partiti di Venezia iniziassero a farsi avanti.»
«Esiste qualche ritratto di Bianca?» chiese Leni incuriosita.
«No, tutto è andato perduto nel corso dei secoli» rispose la signora Corsetti che poi continuò il suo racconto.
«Come spesso accade, l’amore colpì ma in un certo senso sbagliò drammaticamente il bersaglio.»
«È stato un amore infelice?» chiese Leni che iniziava a sentirsi a disagio a causa della vicinanza dello spirito di Bianca, sempre più vicina a lei, quasi avvertisse la stessa vibrazione di dolore che emanava dal suo corpo.
«Vieni via Bianca, allontanati da lei» le ordinò con aria allarmata Casanova, «smettila immediatamente!»
«Come mai la signora ha tutta questa influenza su di lei e noi non siamo riusciti a muovere neanche una piuma?»
Pietro Bartolo espresse a voce alta la domanda che tutti si stavano facendo.
«Credo che ci sia qualche corrispondenza tra loro e questo non è bene. Non è assolutamente bene.»

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Copyright © 2016 Lisa Carboni

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