“Amore, che bello svegliarsi con le tue mani che mi accarezzano”, gli dissi mentre lui mi aiutava a sedermi sistemandomi i cuscini dietro la schiena.
“Come ti senti?”
“Ho un mal di testa lancinante!”
“Dobbiamo preoccuparci?”
Nonostante il tono disinvolto della sua voce, lo sguardo tradiva una certa apprensione.
“Spero che mi passi in fretta. Certo che devo aver preso una bella botta!”
Non rispose. Poi gli vidi un’espressione…un’espressione…come se stesse per farmi un discorso solenne.
“Linda…senti..”
Infatti! I battiti del mio cuore aumentavano leggermente. Quando iniziava così non c’era da stare allegri.
“Voglio sentire solo cose carine, ti prego..”
Non mi rispose.
“Senti…”, ricominciò.
“Dimmi”, gli risposi rassegnata.
“Tu sei una ragazza bellissima..e lo sai..”
Altra pausa.
“Ma…cosa…”
“Piaci agli uomini…molto, troppo. E sai anche questo.”
“Senti Giacomo, basta dai! Dimmi dove vuoi arrivare! Ora non ce la faccio a…”
“Quello che voglio dire è…che…insomma puoi avere chi vuoi…e lo so”.
“Lo so, lo sai, lo sei…ma cosa c’è? Io voglio te e basta. Che ti passa per la testa?”
Mi stava agitando parecchio e non capivo assolutamente dove volesse arrivare. C’era qualcosa che non andava e sentivo vagamente che forse Francesco e tutto il resto non c’entravano niente. C’era qualcos’altro.
“Io…ho paura di perderti”.
Lo guardai. Improvvisamente tutta la nostra storia mi passò davati agli occhi. Oddio! Ma questo non succede quando si muore? Voglio dire, dicono che poco prima di morire le immagini della tua vita ti passino davanti come un film. Non era un bel segno. Cercai di allontanare quel pensiero con tutte le mie forze mentre il baratro di una perdita incommensurabile mi stringeva lo stomaco. Non volevo. No, non volevo perderlo. Quel pensiero mi risvegliò come un’improvvisa doccia ghiacciata.
Ma cosa stavo facendo? Cosa mi era successo? Ero pazza? Come avevo potuto permettere che tutto ciò succedesse?
Ma in fondo cos’era successo in effetti? Dico, realmente. I fatti. Nulla, mi risposi calmandomi un po’. Assolutamente nulla. Non era successo nulla. Erano stati solo i miei pensieri e le mie fantasie. Accidenti alle mie fantasie! Erano sempre così reali e anche quella volta mi avevano fatto perdere il senso della realtà. Lo guardavo negli occhi e lo vedevo come lo vidi la prima volta. Gli afferrai la mano all’improvviso, come per trattenerlo, disperatamente. Vedevo tutto chiaro. Era Giacomo il mio amore. Tutto il resto non era stato che un’ombra i cui contorni si facevano sempre più sbiaditi.
“Tu non mi perderai mai”, gli dissi, “io ti amo!”. Poi lo abbracciai con tutta la forza che avevo, fortissimo. Ero così sicura di me, così lucida.
“Noi non ci lasceremo mai amore”, aggiunsi prendendogli il viso tra le mani.
Com’era serio. Un senso di colpa allucinante iniziò a pungermi.
Non parlava.
“Hai capito?”
E per tutta risposta mi baciò come se fosse la prima volta. Dolcemente e appassionatamente. Ero in paradiso. Delle lacrime gli rigavano il viso.
“Non c’è niente di cui piangere amore”, gli dissi.
“Piangere?”, mi rispose lui un po’ sorpreso.
Un tuono assordante rimbombò nel cielo. Stava piovendo! Il tempo si era rovinato all’improvviso e non ce n’ eravamo accorti.
“Ancora innamorati?”
“Ancora innamorati”
Sorrisi felice.
“Avanti con quel tendalino!!”. Mio fratello Giovanni ci riportò improvvisamente sul pianeta Terra. Tutti si erano mobilitati per la pioggia improvvisa.