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Leni tirò fuori dalla valigia alcuni libri e li osservò con un sorrisino scettico ripensando al viso di Mr Green, il suo attempato ed eccentrico amico e vicino di casa, che glieli aveva consegnati con aria solenne e misteriosa solo due giorni prima.
Mr Green era un esperto di magia ed esoterismo, argomenti che Leni, da scettica qual era, non solo non condivideva, ma anzi, trovava sempre il modo di sbeffeggiare. Tutte le volte che Mr Green aveva cercato di convincerla, aveva sempre miseramente fallito.
Quello che l’affascinava di lui, invece, era il fatto che avesse vissuto una vita avventurosa in giro per il mondo. Non si stancava mai di ascoltarlo e, molto spesso, gli chiedeva consiglio. Gli ultimi mesi, che per Leni erano stati molto dolorosi, Mr Green le era stato vicino e, naturalmente, appena saputo che avrebbe dovuto prendersi una vacanza forzata, corse da lui per farsi consigliare.
Dopo aver vagliato varie possibili mete senza arrivare a nessuna decisione, Mr Green le aveva proposto di leggerle la mano e Leni, troppo esausta per reagire come suo solito, invece di rifiutare, accettò.
Dopo aver passato qualche minuto sul palmo della sua mano sinistra, Mr Green aveva alzato la testa e l’aveva fissata intensamente con i suoi profondi occhi grigi. Poi, si era diretto verso la biblioteca per prendere un volumetto.
«Ecco, prendi» disse, porgendole il libro.
«Ville maledette di Venezia.»
Leni lesse il titolo e iniziò a sfogliarlo distrattamente.
«Credo ti possa interessare» le disse ancora, osservandola.
Leni lo guardò con aria ironica.
«Io non credo a queste cose Mr. Green, lei lo sa benissimo. Non credo ai fantasmi e tanto meno alle maledizioni. Sono solo stupide dicerie, delle favolette per bambini. Non ci ho mai creduto, neanche da piccola, e, sicuramente, non comincerò adesso. Però, l’idea di andare a Venezia non mi dispiace per niente. Sa che la mia migliore amica vive lì da due anni e ancora non sono andata a trovarla? Lei è un genio Mr Green, ecco dove andrò, a Venezia!»
Leni era decisa e l’idea di rivedere la sua amica Sophie le fece brillare gli occhi.
«Ma certo, andrò a Venezia! Come ho fatto a non averci pensato prima?» ripeté felice.
«Così non credi agli spiriti?» le chiese lui, osservandola attentamente.
«No, Mr Green, non credo agli spiriti, si deve rassegnare» gli rispose Leni, sorridendogli.
John Green non si era scomposto.
«È molto strano, perché ho visto qualcosa di decisamente particolare nel tuo futuro. Sai che potresti essere una formidabile medium?» continuò Mr Green.
Leni rimase per un attimo interdetta.
«Non voglio contraddirla ma credo agli spiriti tanto quanto agli asini che volano. Le assicuro che si sbaglia» concluse convinta.
«Non mi sbaglio, mia cara» insistette Mr Green, «non mi sbaglio mai su queste cose. Venezia è nel tuo futuro. Perché non scrivi un articolo o un reportage sulle ville maledette di Venezia? Ti farà molto bene impegnarti in qualcosa di interessante.»
«Speravo mi suggerisse qualcosa di meglio. Non c’è niente da dire sulle ville maledette di Venezia visto che le maledizioni non esistono.»
Mr Green non si arrese.
«Dimostramelo» le disse.
«Dimostraglielo?» chiese Leni stupita. «E come, scusi?»
«Vai a Venezia, fai delle ricerche, delle interviste, recati in quei luoghi di persona e poi mi saprai dire.»
Leni iniziò a ridere. Mr Green si fece serio.
«Ti sfido. Sono pronto a scommettere che cambierai idea. Ho visto grandi cose nel tuo futuro.»
«Non si arrende facilmente, vero?» gli disse lei, divertita. «Va bene, ha vinto. Farò esattamente come mi dirà di fare. Seguirò le sue istruzioni senza barare e le dimostrerò l’assoluta infondatezza di tutte quelle stupide leggende. Mi dispiace per lei, non cambierò idea, sarà lei a cambiarla, invece.»
Un guizzo ironico attraversò lo sguardo di Mr Green.
«Vedremo» concluse lui.
Avevano passato il resto della serata a preparare un piano d’azione e Leni era tornata a casa con una montagna di materiale tra libri, nomi di persone e indirizzi. La prima cosa che aveva fatto, appena entrata nel suo appartamento, era stata quella di mandare un’e-mail alla sua amica Sophie per darle la bella notizia. Il giorno dopo, Sophie le aveva risposto. Aveva trovato un appartamento sul Canal Grande e la stava aspettando a braccia aperte. Leni aveva fatto il biglietto, le valigie e, senza pensarci due volte, era partita.
Mentre Leni era immersa nei suoi pensieri, Casanova leggeva i titoli dei libri che la ragazza aveva appoggiato sulla scrivania.
«Storie di fantasmi veneziani, Ville maledette di Venezia, abbiamo qualcosa che ci unisce allora» sussurrò tra sé e sé.
Un rumore improvviso lo fece sussultare. Era la suoneria del cellulare di Leni.
“Non mi abituerò mai a questo” pensò, mentre la sua bocca si increspava leggermente. Leni prese il telefono e rispose a Sophie, la sua adorata amica che non vedeva l’ora di riabbracciare. Si mise d’accordo con lei per incontrarsi il giorno dopo, poi si infilò finalmente sotto le coperte e, vinta dal sonno, si addormentò.
Nel buio, Casanova le si sdraiò accanto mentre, dagli oscuri meandri del suo passato riemergevano dolorosi ricordi che mai, come in quel momento, gli sembravano tanto reali e presenti.
«Mi spiace per lui» sussurrò piano Malvina osservando la scena in disparte, nella penombra notturna.

Copyright © 2016 Lisa Carboni

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